Relazione di minoranza
Data: 
Giovedì, 18 Aprile, 2019
Nome: 
Luigi Marattin

Doc. LVII, n.2

 

Grazie Presidente. Se per una volta riuscissimo ad evitare il dialogo fra sordi, in cui ognuno si legge il proprio pezzo senza ascoltare gli altri… ora c'è il Governo, il Viceministro, non lo so, proviamoci, ho poche speranze, ma proviamoci! Finora ho sentito per l'ennesima volta una sequenza di “faremo”, “diremo”, “faremo”; allora, siete al Governo da quasi un anno, io provo a fare in pochi minuti un attimo il conto. Questa maggioranza ha vinto le elezioni promettendo, dal punto di vista macroeconomico tre cose: più crescita, meno tasse e più occupazione. Prendiamo il primo punto, la crescita: la crescita in questo Paese si è fermata dal giorno in cui avete giurato, dal 1° giugno ad oggi il PIL è diminuito di due decimali nel 2018. Ebbene, vediamo nel 2019 cosa scrivete nel DEF: nel DEF scrivete voi che la crescita nel 2019 sarà la più bassa fra le 39 economie più avanzate del mondo, del più 0,2 per cento; scrivete voi - o meglio il servizio Bilancio della Camera vi fa i conti -, che il tanto famigerato divario di crescita con l'Europa, che nella scorsa legislatura ci accusavate di aver creato, con voi, nei prossimi due anni, aumenta, perché, se guardate i documenti del Servizio bilancio, negli ultimi quattro anni il divario medio di crescita fra Italia e area euro era pari allo 0,9 per cento, nei prossimi due anni allo 0,92 per cento, aumenta di poco, ma aumenta. Tra l'altro è patetico il tentativo di ripetere il dato della produzione industriale perché stamattina sono usciti i dati sugli ordinativi e il fatturato industriale, che li danno in diminuzione congiunturale. Il dato sulla produzione industriale, che state citando da tre giorni ossessivamente è un rimbalzo, probabilmente dovuto a uno specifico shock nel settore farmaceutico, che è smentito dai dati di stamattina, quindi evitate di prendere uno fra mille dati congiunturali e dire: “Avete visto che siamo diventati l'economia migliore del mondo”?

Tra l'altro, questo più 0,2 di crescita, il più basso valore fra le 39 economie più industrializzate e quello che aumenta il divario con l'Europa, riposa interamente su un aumento degli investimenti nell'arco dei prossimi mesi, un aumento degli investimenti a due cifre, cioè voi stessi scrivete che, se gli investimenti non aumenteranno del 10 per cento, a partire da quando finiamo questa discussione, neanche lo 0,2 di crescita ci prendiamo. Ora, a Marzo, il mese scorso, la Banca d'Italia ha fatto un sondaggio fra le imprese e ha chiesto loro: “Vi aspettate più investimenti quest'anno rispetto all'anno scorso o meno”? Il 71 per cento delle imprese ha risposto che si aspetta meno investimenti rispetto all'anno scorso, quindi non solo non si aspetta un più 10 per cento, ma meno investimenti. Secondo: l'abbiamo detto a Garavaglia, il Viceministro, stamattina, e lo ripeto all'onorevole Angiola adesso: occhio, state ripetendo ossessivamente: “Tranquilli, perché gli investimenti pubblici voleranno”, ma eccovi i dati di cassa degli enti locali da Ottobre a Febbraio. Signori miei, la cassa nei comuni e negli enti locali era libera da due anni, questa dinamica degli investimenti di cassa non può in nessun modo essere ricondotta allo sblocco totale del pareggio.

Voi dimostrerete che avete aumentato gli investimenti degli enti locali in misura strutturale con le vostre misure quando ci saranno gli impegni in bilancio che aumentano in misura strutturale. A Gennaio e a Febbraio non ci sono ancora i comuni con i bilanci approvati e, senza i bilanci approvati, non si possono impegnare investimenti. Ma come fate a non sapere queste cose? La cassa degli enti locali era libera da due anni, questo è il risultato degli impegni degli scorsi esercizi finanziari e dello sblocco del fondo pluriennale vincolato.

Veniamo alla pressione fiscale: finora avete resistito alla tentazione di dire che abbassate la pressione fiscale. Per fortuna, perché, se prendete i numeri, la pressione fiscale scende soltanto se andiamo al terzo decimale, cioè ai millesimi, cioè dal 42,056 scende al 42,041 nelle vostre previsioni, senza tener conto dell'aumento delle imposte locali che già c'è stato, perché i comuni che hanno approvato - e sono pochi - il bilancio preventivo 2019 hanno, per la maggioranza, già tutti aumentato le tasse e questi dati non sono compresi finora nel consolidato di previsione, quindi la pressione fiscale con voi aumenterà. Sull'IVA: chissà se dopo, in discussione generale, avrò la grazia di sentirlo riconoscere, ma state da quarantotto ore ripetendo che mai nessun DEF in Aprile ha sterilizzato le clausole IVA per l'anno prossimo, si faceva sempre in legge di bilancio, ma io vi prego di riprendere in mano il DEF 2017, che fa esattamente questo. Nel DEF 2017 noi in Aprile scrivemmo nero su bianco che quelle clausole sarebbero state disattivate. Perché voi non l'avete scritto nel DEF 2019? Lo scriverete forse in una vostra risoluzione? Bene, ne siamo contenti, ma perché non sta scritto nel DEF 2019? Ve lo dico io il perché: perché voi non avete la più pallida idea di come evitare 23 miliardi di aumenti IVA - non sono neanche più clausole, sono aumenti IVA - e se lo fate tramite deficit, il deficit di questo Paese sarà al 3,4 per cento l'anno prossimo e il debito pubblico di questo Paese, in rapporto al PIL, sarà in viaggio verso il 135 e poi il 140 per cento, andremo con le finanze pubbliche totalmente fuori controllo.

La terza promessa che avevate fatto agli italiani, con cui avete vinto le elezioni, è che avreste aumentato l'occupazione: da quando avete giurato ad oggi ci sono 116 mila posti di lavoro in meno in questo Paese, di cui 88 mila a tempo indeterminato in meno e nel DEF voi scrivete che l'occupazione nel 2019 scenderà di altri due decimali di punto, lo scrivete voi. L'impatto delle misure reddito di cittadinanza e “quota 100”, che avete sbandierato per mesi in campagna elettorale in quest'Aula, voi nel DEF scrivete che è prossimo allo zero sul PIL ed è negativo su occupazione e PIL potenziale. Siete voi che, dopo averci detto che tutto diventerà un giardino di rose e fiori, con “quota 100” e reddito di cittadinanza, scrivete nei documenti di finanza pubblica che c'è un impatto zero o negativo. Noi vi abbiamo fatto altre proposte nella nostra risoluzione di buttare via queste scelte sbagliate e destinare l'intero ammontare alla riduzione delle tasse sul lavoro. L'OCSE ci ha ricordato che siamo il terzo Paese in area OCSE per le tasse sul lavoro, a 12 punti di distanza dalla media OCSE. Noi proponiamo, in cinque anni, di azzerare questo differenziale. E poi l'ultima cosa, e chiudo, noi non vi consentiremo di mentire ancora. State riempiendo l'Italia di nuove promesse: flat tax, eccetera. Nel DEF voi scrivete che nei prossimi anni l'avanzo primario lo aumenterete. Per aumentare l'avanzo primario, o si tagliano le spese, o si aumentano le entrate. Noi non vi consentiremo di continuare a raccontare bugie in questo modo e non ve lo consentiremo fino alla fine.